L’area che vedete raffigurata nell’immagine a fianco fa parte del Bosco Baredi di Muzzana del Turgnano, che è il più grande bosco seminaturale esistente nella pianura alluvionale del nord Italia.
Grazie a recenti studi da parte del prof. Fontana dell’Univeristà di Padova, attraverso moderne tecnologie di telerilevamento Laser (LIDAR), è stato possibile osservare che Il bosco non è stato arato sin dalla tarda antichità!
Le rielaborazioni grafiche hanno inoltre evidenziato all’interno degli attuali confini del bosco il paleoalveo del fiume Cormor e la topografia convessa degli argini naturali della dorsale fluviale, che sono di 1,5 m superiori alla relativa golena e paleocanale. In tutta la pianura alluvionale sono presenti numerosi altri crinali, che però sono stati gravemente livellati negli ultimi secoli a causa delle pratiche agricole (Fontana, 2006).
La principale caratteristica riconosciuta attraverso l’elaborazione dettagliata dei dati è la complessa e fitta trama dei percorsi utilizzati dalle persone per spostarsi nel bosco. Le direzioni principali corrispondono esattamente alla sommità degli argini naturali. Questo ambiente potrebbe essere considerato un paesaggio fossile in quanto, secondo le indagini archeologiche, prima dell’epoca romana le principali “strade” che collegavano la frangia lagunare con la terraferma utilizzavano questa porzione più alta dei crinali per evitare paludi e acquitrini.
La morfologia originaria è evidente, e non è un caso che il tracciato principale di allora venga ancora oggi tradizionalmente chiamato “Arzarin” (piccolo argine), anche se si tratta di un elemento naturale.