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Itinerari

Sei percorsi per scoprire il bosco camminando

 

La maggior parte degli itinerari proposti si svolge all’interno del Bosco Baredi e Selva di Arvonchi. 

La lunghezza riportata per ogni percorso non è comprensiva del ritorno e i tempi di percorrenza sono calcolati immaginando una camminata rilassante in mezzo alla natura.

Il bosco è situato a sud del paese di Muzzana del Turgnano e si raggiunge percorrendo via Levada, che poi diventa Strada Provinciale 121 “Le Favole” (non asfaltata). Dopo alcuni chilometri, all’altezza del ponte sul canale Cormor che porta in direzione Marano Lagunare, sulla destra si incontra l’area attrezzata “Turunduze”, che è il punto di partenza degli itinerari proposti. Nell’area di sosta c’è un piccolo parcheggio, alcuni tavoli per un pic-nic e un pozzo artesiano. 

Un discorso a parte merita il bosco “Coda di Manin”, situato sulla sinistra della Strada Provinciale 121 “Le Favole”, che essendo di proprietà privata, non è visitabile. Tuttavia, costeggiando l’argine della sponda destra del canale Cormor, alla confluenza con il fiume Muzzana, è possibile camminare lungo tutto il confine sud del bosco per qualche chilometro. 

Il tragitto, non impegnativo, permette di percepire il fascino di un bosco antico. Questo bosco infatti, non è oggetto di interventi selvicolturali da almeno cinquant’anni.

 

1

Un concentrato di natura in pochi passi

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La porta del bosco

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La via dei boscaioli

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Nel verde selvaggio

5

Sulle orme della storia

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Dall’alba al tramonto

Nei dintorni

Riserve naturali della Valle Canal-Novo e delle Foci dello Stella in comune di Marano Lagunare (UD)

Bosco Sacile in Comune di Carlino (UD)

1. Un concentrato di natura in pochi passi

Da “Turunduze” a bosco “Toronde seconde”

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Tempo di percorrenza

15 min

Lunghezza

700 mt

Percorso

Percorso

Descrizione

Prendere la strada che costeggia il lato meridionale del bosco. Si tratta di un sentiero inerbito e rettilineo che consente il transito anche alle biciclette e che coincide con un tratto della Romea Strata, antica rotta di pellegrinaggio. 

Il sentiero conduce fino al ponte sul fiume Turgnano, per proseguire poi nel comune di Palazzolo dello Stella.
Lungo il percorso potremo osservare, a seconda della stagione, la fioritura di molte specie erbacee fra cui molte orchidee, lino, valeriana, hemerocallis.
A maggio potremo trovare delle piccole e dolci fragoline di bosco, in autunno mele e prugne selvatiche.

Sulla destra il bosco mostra il suo completo campionario di specie arboree. Oltre ai generi principali (querce, olmi, frassini e carpini), anche le essenze che crescono nelle zone periferiche, che necessitano di più luce e di più acqua: salici, ontani, biancospini, meli e pioppi.

I due fossi che delimitano la strada sono ricchi di vita animale. Se siamo attenti e silenziosi osservatori, con un po’ di fortuna potremo sorprendere, mentre si scaldano al sole, serpenti come le bisce dal collare, il saettone, il biacco e la vipera comune. Molto abbondante anche la popolazione di anfibi, caratterizzata da rana verde, ululone dal ventre giallo, tritone e dalla raganella che rivela la propria presenza con il tipico gracidare.

L’abbondanza di fioriture richiama un gran numero di insetti, quali farfalle, coleotteri e imenotteri vari.

A sinistra della strada che stiamo percorrendo si estendono i campi coltivati ma dopo circa 400 metri troveremo una piccola porzione di bosco anche su questo lato. Si tratta del bosco “Toronde seconde”, risparmiato dalle opere di disboscamento dei primi anni ’70 del ‘900.

A questo punto vi sono due accessi laterali che permettono un incontro ravvicinato con il bosco. Gli spiazzi interni permettono di sostare, osservare, toccare le cortecce, individuare funghi e constatare la ricchezza del sottobosco.  Da qui è possibile ritornare al punto di partenza oppure proseguire con i prossimi itinerari.

2. La porta del bosco

Dal bosco “Toronde seconde” a “Stradon di Miez”

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Tempo di percorrenza

45 min

Lunghezza

2,5 km

Percorso

Percorso

Descrizione

Partendo da “Turunduze” e seguendo l’itinerario 1 proseguiamo per circa 1100 metri e troveremo sulla destra lo “Stradon di Miez” (strada di mezzo), che taglia il bosco a metà in direzione nord-sud.

La strada forestale, normalmente chiusa al transito dei veicoli, è facilmente percorribile anche da bambini piccoli e persone anziane, Pur transitando su una strada carrozzabile abbiamo la possibilità di immergerci nella pienezza del bosco, ammirando sia le chiome degli alberi di alto fusto che il sottobosco che qui cresce rigoglioso.

Dopo circa 1500 metri arriviamo alla fine del bosco, da qui possiamo tornare percorrendo la strada a ritroso, se invece vogliamo inoltrarci al suo interno scegliamo la combinazione con uno dei prossimi itinerari.

L’ampiezza e la regolarità della strada richiama i tempi d’oro del “Bosc di cumun”, ovvero quando il bosco, soggetto ad usi civici, rappresentava una notevole risorsa economica per la comunità. Il bosco e i prati contigui o interni venivano gestiti ed utilizzati per il legname e per il foraggio degli animali. Lo “Stradon di Miez” era l’arteria principale che metteva in collegamento sia le parcelle in cui il bosco era frazionato, sia le strade che conducevano al centro abitato.

3. La via dei boscaioli

Da “Turunduze” a “Arzarin”

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Tempo di percorrenza

30 min

Lunghezza

1,7 km

Percorso

Percorso

Descrizione

Partendo da “Turunduze” e seguendo l’itinerario 1, proseguiamo per circa 740 metri e troveremo alla nostra destra un ponticello, fatto di traversine ferroviarie, che attraversa il grande fossato che abbiamo fino ad ora costeggiato. Qui inizia l’ ”Arzarin”, un sentiero che si snoda all’interno del bosco e che percorre un antico argine, da cui il nome. Percorsi 380 metri  dal ponticello incrociamo un altro sentiero, chiamato “strade Capasse” (2), che farà parte del prossimo itinerario, e quindi proseguiamo diritti. 

Lungo il cammino, facendo attenzione a non inciampare nelle radici degli alberi che, spingendosi sul nostro percorso sembrano volerci dire: “qui sei a casa nostra!”, potremo godere , a seconda della stagione, di varie fioriture: primule, polmonarie, colchici autunnali, che tappezzano i bordi del sentiero. Dove il sottobosco è più fitto notiamo molti esemplari di pungitopo e qualche felce.

4. Nel verde selvaggio

Da “Turunduze” a “Strade Capasse”

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Tempo di percorrenza

1 h

Lunghezza

2,7 km

Percorso

Percorso

Descrizione

Partendo da “Turunduze”, seguendo l’itinerario 2, imbocchiamo lo “Stradon di Miez” percorrendolo per circa 250 metri. A questo punto ci troviamo un ampio sentiero sulla sinistra recante il cartello “Cès da le Bancijdiele” (itinerario 5), procediamo ancora pochi metri e sulla destra imbocchiamo uno stretto sentiero che s’inoltra nel folto del bosco. Si tratta della “Strade Capasse” che attraversa in senso est/ovest tutta la porzione di bosco denominata “Toronde prime”. Questo sentiero, non più turistico ma a tratti escursionistico, richiede un minimo di impegno in quanto potremmo trovare qualche tratto fangoso, qualche albero schiantato e diversi rovi che ostacolano il nostro passaggio. Queste piccole difficoltà saranno compensate dall’ambiente particolarmente suggestivo. Lungo il cammino potremo ammirare alcuni esemplari di farnia e carpino particolarmente grandi e vetusti. Quando sono state stilate queste righe c’erano alcuni vecchi alberi morti coperti di funghi o traforati dal picchio, il bosco è anche questo.
A fine inverno fioriscono i bucaneve, seguono primule, viole bianche e campanellini. 

Lungo il cammino si notano, a fianco del sentiero, alcune buche scavate per recuperare il materiale utile al consolidamento del sentiero stesso. In alcuni periodi si riempiono d’acqua e ci danno la possibilità di osservare un gran numero di anfibi che vi soggiornano e che lì depongono le uova.

Circa a metà del nostro percorso incrociamo l’ “Arzarin” (itinerario 3), e qualche decina di metri dopo l’incrocio troviamo sulla nostra destra un’area depressa, chiamata “Poze dal Scuaiat”, in cui, a parte i periodi siccitosi, ristagna sempre dell’acqua. Qui potremo osservare oltre ai soliti anfibi, alcuni esemplari di salice e ontano. Queste essenze, che necessitano di suoli umidi, di norma non crescono all’interno del bosco ma solo lungo i bordi e vicino ai fossati.
In prossimità dell’acqua si notano voli di insetti, specie farfalle e libellule, e l’abbondanza di carici e iris.

5. Sulle orme della storia

Da “Turunduze” a “Ces dale bancjdiele”

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Tempo di percorrenza

 30 min

Lunghezza

1,6 km

Percorso

Percorso

Descrizione

Intraprendiamo l’itinerario 4 nel quale facevamo riferimento all’indicazione “Ces da le Bancjidiele” e, una volta percorsi circa duecento metri lungo lo “Stradon di Miez”, troveremo alla nostra sinistra una strada forestale con la segnalazione della nostra meta.

Si tratta di un percorso che fin dai tempi della Repubblica di Venezia conduceva al fiume Turgnano, dove esisteva un approdo. Qui il legname ricavato dai boschi veniva caricato sui battelli che, sfruttando le vie d’acqua costituite dal fiume e poi dalla laguna, potevano trasportarlo alle diverse destinazioni. Ora la strada si interrompe prima di arrivare al fiume; la costruzione di un fossato perimetrale al bosco e l’innalzamento di un argine hanno precluso l’accesso al fiume stesso.

Il termine della strada coincide con una zona che non è soggetta al taglio da decenni e dove il bosco conserva un aspetto naturale, con la presenza di frassini singolarmente alti, farnie e carpini vetusti. La volta arborea particolarmente ombreggiante limita la crescita di un fitto sottobosco, questo però non impedisce ai mughetti e ai gigli martagone di completare la loro fioritura. Lungo il percorso troveremo anche abbondanti e velenosissimi colchici, che fioriscono a fine estate, e i leggiadri anemoni primaverili.

Al momento il sentiero è in buono stato di manutenzione per circa metà della sua lunghezza, oltre la vegetazione ne rende più difficoltoso l’attraversamento. Il kml scaricabile si riferisce al tratto più agevolmente percorribile.

6. Dall’alba al tramonto

Da “Soreli jevât” a “Soreli a mont”

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Tempo di percorrenza

1 h

Lunghezza

2,6 km

Percorso

Percorso

Descrizione

Questo è il più lungo degli itinerari proposti ma sicuramente è il più emozionante. Permette di attraversare da nord a sud e poi da est ad ovest tutto il bosco.

Percorriamo l’itinerario 3 e alla fine del sentiero “Arzarin” troveremo alla nostra sinistra l’indicazione “Soreli jevât”. Imbocchiamo quindi il sentiero che ci condurrà, prima ad attraversare lo “Stradon di Miez” e poi, seguendo il percorso “Soreli a mont” arriveremo al limite ovest del bosco, quasi in prossimità del fiume Turgnano.

Nel primo tratto di “Soreli jevât” il percorso è leggermente sopraelevato e permette una visione inconsueta del bosco. Qui a fine inverno potremo notare la presenza di molti crocus. Nel tratto finale, lungo “Soreli a mont”, oltre alle fioriture di daphne e orchidee, troveremo dei grandi esemplari di melo selvatico che producono una gran quantità di piccoli frutti, belli ma immangiabili. Nel fossato che costeggia la strada si possono spesso osservare le tracce dei cinghiali che vanno a sguazzare nel fango.

Il percorso segue zone abbastanza rade, che però rivelano la molteplice essenza dell’ambiente boschivo: il sole filtra attraverso le chiome degli alberi ma è possibile scorgere delle aree più fitte, a tratti impenetrabili, mantenute sempre all’ombra da un intrico di alberi e arbusti, rovi e piante rampicanti (edere e clematis).