Un “relitto” che contiene un tesoro
La presenza di risorgive e il livello della falda freatica creano in questi boschi condizioni microtermiche così uniche da permettere la sopravvivenza di veri e priopri “relitti glaciali”.
Le particolari condizioni microclimatiche e il lungo percorso evolutivo di queste foreste planiziali li rendono ricchi di numerose specie, molte delle quali sono considerate in via di estinzione o addirittura estinte in tutta l’area padana.
Il numero di crittogame ospitate da questi boschi non ha eguali nella pianura antropizzata.
I boschi di Muzzana del Turgnano sono identificati come “querco-carpineti”, con riferimento alla farnia (Quercus robur subsp. robur) e al carpino comune (Carpinus betulus). Sono due boschi planiziali mesofili, distanti alcune centinaia di metri l’uno dall’altro, resti della grande ‘foresta Lupanica’ che in epoca antica ricopriva senza soluzione di continuità tutta la bassa pianura tra i fiumi Livenza ed Isonzo.
Oltre alle essenze arboree che li caratterizzano, altre legnose individuabili sono il frassino ossifillo (Fraxinus angustifolia subsp. oxycarpa), l’orniello (Fraxinus ornus subsp. ornus), il frassino maggiore (Fraxinus excelsior subsp. excelsior). Il più frequente è il frassino ossifillo. Abbiamo poi l’acero campestre (Acer campestre subsp. leiocarpum), il più raro acero platanoide (Acer platanoides) e l’acero americano (Acer negundo), sfuggito alla coltivazione e ormai naturalizzato. Nelle zone più umide o presso corsi d’acqua sarà facile trovare l’ontano nero (Alnus glutinosa). È presente, anche se in forte regressione, come la farnia, l’olmo minore (Ulmus minor subsp. minor). Tra gli alberi o alberelli che destano curiosità per i loro frutti, così lontani da quelli delle forme coltivate, sono il ciliegio selvatico (Prunus avium subsp. avium), il melo selvatico (Malus sylvestris), il pero selvatico (Pyrus piraster).
Notevole il numero delle specie arbustive: il corgnolo (Cornus mas), la sanguinella (Cornus sanguinea subsp. hungarica), il prugnolo (Prunus spinosa subsp. spinosa), il biancospino (Crataegus monogyna e, meno frequente, Crataegus laevigata), il nocciolo (Corylus avellana), il berretto da prete (Euonymus europaea), lo spincervino (Rhamnus cathartica), la lantana (Viburnum lantana), il pallon di neve (Viburnum opulus), la frangola (Frangula alnus), il salicone (Salix caprea), il caprifoglio peloso (Lonicera xylosteum), il sambuco nero (Sambucus nigra) e molti altri.

La rete Natura 2000
Natura 2000 è una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Unione Europea, istituita per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS).
I Boschi di Muzzana sono una Zona Speciale di Conservazione, sono stati codificati come “ZSC IT3320034 Boschi di Muzzana” e come tali sono stati dotati di un piano di gestione.
Sono le piante erbacee quelle che meglio caratterizzano il sottobosco, le radure e i praticelli nell’alternarsi delle stagioni. Il periodo delle fioriture inizia presto, già a febbraio, con il bucaneve (Galanthus nivalis), abbondante in una vasta stazione nel Bosco Coda di Manin stranamente raro nel bosco comunale Baredi-Selva di Arvonchi, con il profumatissimo mezereo o fior di stecco (Daphne mezereum) e il falso zafferano (Crocus heuffelianus). A marzo sbocciano il campanellino (Leucojum vernum), la bruciafava squamosa (Lathraea squamaria subsp. squamaria), la polmonaria (Pulmonaria officinalis), la pervinca minore (Vinca minor), la primula (Primula vulgaris subsp. vulgaris), gli anemoni (Anemone nemorosa, A. trifolia subsp. trifolia, A. ranunculoides), le viole (Viola alba s.l., V. hirta, V. odorata, V. reichenbachiana, V. riviniana), ecc.
Tra aprile e giugno espongono le loro infiorescenze alle visite degli insetti impollinatori bellissime specie quali l’aglio orsino (Allium ursinum subsp. ursinum), l’asparago (Asparagus tenuifolius), il giglio giallo (Hemerocallis lilio-asphodelus), il giaggiolo susino (Iris graminea), il giaggiolo siberiano (Iris sibirica), il giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus), il veratro (Veratrum lobelianum), il gladiolo illirico (Gladiolus illyricus) e molte orchidee, tra le quali la sontuosa orchide maggiore (Orchis purpurea).
La peculiarità di questi lembi di foresta è data anche dal considerevole numero di crittogame (ben 14 specie), che non ha eguali nella pianura antropizzata. Citiamo la lingua di cervo (Phyllitis scolopendrium subsp. scolopendrium), l’erba rugginina (Asplenium trichomanes subsp. trichomane) e la felce delle querce (Gymnocarpium dryopteris).