Il bosco intorpidito dal freddo attende paziente l’arrivo della primavera. La ripresa vegetativa, come ogni anno, va per tentativi. Appena il sole, con il suo consueto viaggio, regala un’ora di luce in più, ecco che si gonfia qualche gemma, che spunta qualche fiore. Il più intrepido, come sempre è il nocciolo con il suo polline verdognolo al vento, lo imita il corniolo adornando il suo legno bruno di piccoli fiori gialli. Le bacche di biancospino e quelle delle rose selvatiche, persistenti dall’autunno scorso, punteggiano di rosso cupo i cespugli ancora spogli. Gli uccelli cominciano a pensare al nido, qualche piccolo mammifero interrompe il letargo alla ricerca urgente di cibo. I caprioli si lasciano intravvedere nella loro pelliccia scura invernale, un po’ più magri e nervosi. Sono sempre in marcia, alla ricerca di germogli dopo essersi accontentati per tutto l’inverno di erbe secche e cortecce gommose. Sul bordo dei fossi occhieggiano le prime viole e primule, nel fitto del bosco tra le foglie secche entrano in scena i crocus, prima il fiore, poi con calma le foglie verdi striate di bianco, poco più in là i bianchi bucaneve compaiono in fitte colonie e, incuranti dei venti gelidi di febbraio, approfittano di un breve raggio di sole.
Un contributo di Artetica nella rassegna “Parole a colazione”
Domenica 01 ottobre alle 10.00, nell'ambito della rassegna "Parole a colazione", presso l'Agriturismo "da Anselmi" verrà presentata l'opera "Presenze romane a Muzzana del Turgnano". Il volume, a cura di Tiziana Cividini e Paola Maggi, tratta in maniera esaustiva i...